Vanna Nicolotti inizia a operare negli anni Sessanta a Milano, nel segno della rivoluzione spazialista iniziata da Lucio Fontana. Progressivamente libera l’opera da ogni segno superfluo fino a giungere al monocromo e sovrappone più tele intagliate a creare quadri-oggetto, che non sono più rappresentazioni, ma zone potenziate dello spazio stesso. Come Paolo Scheggi o Dadamaino, anche Vanna Nicolotti lavora sul concetto di taglio, come modo di attraversare la tela verso mondi ...